LINEE GUIDA PER IL PROGETTO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE (PMA)
delle opere di cui alla Legge Obiettivo (Legge 21.12.2001, n. 443)
Commissione Speciale di Valutazione di Impatto Ambientale
Rev. 1 del 4 Settembre 2003
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Commenti: l’articolo n. 63 contiene i riferimenti a requisiti tecnici che già si sposano con la Carta etica della Luce sottoscritta dai soci di Light-is.
Estratto:
6.3 Inquinamento luminoso
Il PMA dell’inquinamento luminoso prevederà:
– nella fase ante-operam, il rilevamento dello “stato di bianco”, cui riferire l’esito delle successive valutazioni;
– nella fase corso d’opera, il controllo delle emissioni luminose indotte dai cantieri, nel corso di lavorazioni notturne, al fine di evitare il manifestarsi di emergenze specifiche,anche mediante adozione di opportune misure di mitigazione degli impatti;
– nella fase post-operam:
- la verifica dell’impatto luminoso intervenuto a seguito della realizzazione dell’Opera, attraverso l’analisi della brillanza del cielo e misure della luce dispersa all’esterno, in punti ritenuti significativi, in relazione all’ambiente naturale ed antropico;
- l’accertamento dell’efficacia degli eventuali provvedimenti posti in essere per
- garantire la salvaguardia dell’ambiente naturale ed antropico circostante;
- la predisposizione di eventuali nuove misure per il contenimento dell’inquinamento
- luminoso aggiuntive a quelle previste nel SIA.
L’inquinamento luminoso di un’Opera sarà valutato sulla base dei seguenti aspetti:
– verifica in situ degli impianti di illuminazione presentati nell’ambito del SIA;
– presenza di altre sorgenti luminose nel territorio adiacente;
– luce dispersa all’esterno dall’Opera.
Per quanto riguarda la verifica in situ, il PMA, in corso d’opera e post-operam, dovrà accertare che gli impianti di illuminazione adottati siano tali da minimizzare al massimo l’inquinamento luminoso e siano a ridotto consumo energetico.
Sono considerati impianti antinquinamento luminoso e a ridotto consumo energetico quelli che:
– hanno un’intensità luminosa massima di 0 cd/1klumen a 90° ed oltre;
– sono equipaggiati di lampade con la più alta efficienza possibile in relazione allo stato della tecnologia;
– sono realizzati in modo che le superfici illuminate non superino il livello minimo di luminanza media mantenuta previsto dalle norme di sicurezza, qualora esistenti.
Nella fase di costruzione sarà inoltre opportuno eseguire delle rilevazioni della luce dispersa all’esterno dagli impianti luminosi adottati nelle aree di cantiere. Per le rilevazioni bisognerà prestare la massima attenzione alle aree naturali, limitrofe alle aree di cantiere, al fine di preservare le popolazioni faunistiche e vegetazionali dal disturbo provocato dagli apparati illuminanti (ad es.: quelli adottati per consentire le lavorazioni notturne).
Per valutare le interferenze che possono essere determinate dal flusso luminoso disperso dagli apparati illuminanti sull’ambiente naturale (piante ed animali), si potrà fare riferimento anche ad indicatori specifici da definire congiuntamente agli esperti dellecomponenti naturalistiche. Una volta individuati, il monitoraggio di tali indicatori dovrà essere condotto in tutte e tre le fasi del PMA.
L’estensione della porzione di territorio oggetto delle indagini per la componente in esame, sarà funzione anche della presenza di altre opere al contorno che concorrono all’inquinamento luminoso dell’area.
Sono considerate aree sensibili quelle in cui si presume che l’inquinamento luminoso a seguito della realizzazione dell’Opera possa comportare alterazione degli equilibri naturali determinati dall’alternanza giorno-notte. A tale proposito dovranno essere considerate come particolarmente sensibili tutte le aree naturalistiche protette e quelle poste in prossimità di osservatori astronomici.