Lo scorso Ottobre l’Agenzia francese per l’Alimentazione, l’Ambiente, la Salute e la Sicurezza sul Lavoro (ANSES) ha pubblicato uno studio innovativo riguardante i possibili rischi legati all’uso di sistemi a LED per l’illuminazione. Potete scaricare qui il documento originale in francese o qui il press kit in inglese.
Come noto, la principale caratteristica della luce LED usata per la pubblica illuminazione è l’elevata componente blu dello spettro. Proprio la presenza della componente blu è stata individuata come uno dei maggiori fattori di rischio a causa dell’effetto tossico che ha sulla retina. In particolare, si è riscontrato come non esista una dose minima di esposizione dannosa ma valga la dose cumulata nel tempo. Questo risulta particolarmente dannoso per i soggetti sensibili come bambini, persone affette da patologie fotosensibili, persone che per lavoro devono essere esposte per lunghe ore ad illuminazione a LED. Per questi motivi l’Agenzia ha pubblicato una serie di raccomandazioni che riassumiamo di seguito:
- evitare l’uso del LED a luce fredda nei luoghi frequentati dai bambini e negli oggetti da loro usati;
- informare le persone affette da particolari malattie o in cura con farmaci che aumentano la fotosensibilità sui rischi di una esposizione alla luce con componente blu;
- realizzare appropriati DPI per i lavoratori esposti alla luce fredda.
Oltre alla componente blu l’altro fattore di rischio importante che è stato individuato è l’elevata luminanza che può provocare abbagliamento. Infatti, a causa di un errato design e di una eccessiva direzionalità delle fonti, i sistemi a LED possono superare anche di 1000 volte la soglia di comfort visivo, mettendo in pericolo l’incolumità delle persone. Per questo motivo, l’Agenzia ha pubblicato una serie di raccomandazioni tra cui:
- migliorare il design delle ottiche in modo da evitare la visione diretta della sorgente luminosa;
- realizzare sorgenti LED con luce maggiormente diffusa.
Al fine di rendere più sicuro l’uso dei sistemi di illuminazione a LED, l’Agenzia suggerisce di aggiornare gli Standard Europei di Rischio Fotobiologico al fine di renderli obbligatori per i professionisti che progettano sistemi di illuminazione e per poterli applicare ai sistemi a LED (cosa che oggi non è possibile). Secondo le analisi svolte utilizzando questi standard, che riguardano i rischi per l’occhio dovuti all’esposizione ad una radiazione luminosa, è risultata la presenza sul mercato di apparecchi LED in classe di rischio elevata, anche superiore ad alcuni dispositivi tradizionali.
Dallo studio sono state evidenziate anche diffuse mancanze sui sistemi di controlli qualità e sulle informazioni presenti in etichetta. Di questa situazione hanno approfittato fin’ora venditori senza scrupoli per promuovere prodotti economici ma di scarsa qualità o addirittura dannosi per la salute.